Come nasce un’opera? Di questo e molto altro vi raccontiamo qui sotto… perché ogni nota, ogni costume, ogni scena ha una storia da svelare.

Quattro anni fa nasceva Il Segreto della Gioconda una produzione originale di OperaExtravaganza.

Era l’estate del 2021. Il mondo si rialzava lentamente dopo i mesi bui della pandemia, e noi sentivamo un bisogno profondo di nuova creatività e ricominciamento. Così, da una lastra di marmo dimenticata sotto terra è sbocciato un progetto: durante i lavori di ristrutturazione del Teatro del Giardino Segreto a Vetralla, è riemersa in superficie una grande pietra incisa commemorativa dedicata a Pio VII. Questo frammento di passato ha acceso una scintilla.

Da un gioco creativo e appassionato è nata un’opera totalmente inedita: Il Segreto della Gioconda, che ha intrecciato contesto storico e teatro su musica di Luigi De Filippi, libretto di Monica Sanfilippo e scena e costumi di Susanna Ohtonen. Il libretto ha anche conquistato il 1º posto in un concorso letterario nazionale di scrittura teatrale.

La prima rappresentazione del Segreto della Gioconda è avvenuta proprio qui, in questo Teatro riportato alla vita con l'impegno di OperaExtravaganza. Da allora, l'opera ha viaggiato tra i teatri del territorio (Cordeschi di Acquapendente, Il Rivellino di Tuscania, Flavio Vespasiano di Rieti, Menotti di Spoleto) e nel 2024 ha trovato spazio anche nel meeting internazionale dell'opera lirica: presentata alla conferenza autunnale di OperaEuropa, al Teatro Regio di Torino.

Come nasce un’opera? Di questo e molto altro vi raccontiamo qui sotto… perché ogni nota, ogni costume, ogni scena ha una storia da svelare.





IL SEGRETO DELLA GIOCONDA – Diario di Bordo di un Compositore

di Luigi De Filippi

Il Segreto della Gioconda
Questa Opéra Comique, scaturita nel 2021 in circostanze irripetibili, colse in un certo senso tutti noi di OperaExtravaganza di sorpresa. Si veniva dalle restrizioni del Covid – 19, e per un’Associazione culturale come la nostra si poneva il quesito di come ricominciare le attività culturali una volta passato il lock down. Nel direttivo di OperaExtravaganza, stabilito che volevamo dare vita a una nuova opera, si è subito pensato a una storia che partisse da noi. 
Non per egocentrismo, ma perché è giusto che ogni tanto si parli di se stessi, si racconti la propria storia. E una storia noi ce l’avevamo, nella forma marmorea di una lastra commemorativa rinvenuta nell’edificazione del teatro all’aperto dell’Associazione, nella quale si leggeva che nel lontano 1808 il Pontefice Pio VII aveva voluto la costruzione di un ponte in quella zona di Vetralla. Pio VII evocava Napoleone, e le due strade che passano per Vetralla, la Via Cassia e la Via Francigena, evocavano una moltitudine di intrecci storici.

Così Monica Sanfilippo ha iniziato a dare forma a un libretto che coniugasse dei solidi fatti storici con l’elemento della Fantasia, inquilina irrinunciabile del teatro d’opera, e io ho iniziato il mio lavoro di composizione, combinando e shakerando influssi “all’antica”, atmosfere di operetta, echi di ispirazione jazzistica. 
È venuta fuori un’Opéra Comique in quattro brevi quadri, dove c’è dappertutto il sorriso dell’operetta, ma dove non mancano momenti più seriosi. Tra i personaggi troviamo, oltre a Pio VII e Napoleone, anche Elisa Bonaparte, Niccolò Paganini, il militare francese Lafont, vittima dell’equivoco che accende tutta la storia, oltre che la deliziosa cantatrice Gioconda con la sua troupe di commedianti. 
Parlando della partitura, ho voluto orchestrare il “Segreto” per un ensemble di 11 strumentisti, tutti solisti, che con il loro pennello musicale danno i vari colori alle
situazioni dell’opera.


Ecco una descrizione dei personaggi, di chi sono, come cantano e in quale stile. Strettamente in ordine di apparizione.

Comandante Lafont: vanitoso, convinto di essere furbo e irresistibile. Canta una canzone nella quale esprime la sua soddisfazione per i furti legalizzati di opere d’arte italiane. Volendone descrivere il canto lo si può definire più chansonnier che baritono; per capirci, un Maurice Chevalier un tantino antipatico, insaporito da una manciata di sprechgesang schoenberghiano.


Gioconda, la protagonista. Nella nostra storia Gioconda è una bellissima cantante, primadonna di una troupe di commedianti. È un soprano che deve saper usare la voce in modi diversi: nel primo quadro è un soprano barocco, impegnata con i suoi amici commedianti in una parodia del melodramma settecentesco di ispirazione mitologica; nel secondo quadro ha un flirt con Paganini e scende di tessitura per duettare con lui, per poi diventare drammatica e pulsante nel Quartetto di Gelosia, un Tango sinfonico. Nel terzo quadro si fa ammirare come soprano leggero quando si esibisce in un’aria di bravura con la quale sbeffeggia Napoleone (citando anche la Regina della Notte del Flauto Magico); nel quarto ed ultimo quadro scioglie l’azione dell’opera con il saluto al pubblico a mo’ di Commedia dell’Arte. È la nostra protagonista, è quella che ci ricorda che l’Arte è più forte
e duratura di qualsiasi sconquasso della storia.


I Commedianti. Sono i tre fedeli amici e gregari di Gioconda; Venere (soprano) battibecca con Cupido (tenore) un po’ dappertutto nell’opera, ma soprattutto nell’episodio di metateatro “I Bisticci di Venere”, una parodia del Settecento. Endimione (baritono) è il fidanzato di Gioconda, un giovane pazientepaziente che asseconda i capricci della sua amata, ne perdona le sbandate e la sa aspettare. I tre, pasticcioni ma determinati, inseguono i rapitori della loro primadonna percorrendo la Via Francigena dalla Tuscia fino a Besançon, in Francia.


Niccolò Paganini. Rispettando la realtà storica, troviamo Paganini a Lucca, direttore musicale e amante di Elisa Bonaparte, lanciato verso i suoi primi trionfi e in procinto di spiegare le ali verso la gloria. Gioconda lo trova nel secondo quadro mentre sta componendo uno dei suoi più famosi brani, il Rondò della Campanella; nonostante il suo genio, la vena creativa di Paganini si è arenata ma è Gioconda, nella sua seducente ingenuità, che gliela fa ritrovare, suonando un campanellino allo scopo di richiamare l’attenzione dell’artista. Paganini, rubacuori sulla scena come nella vita reale, è un baritono dai toni vellutati, che affascina la ragazza con un profumo di commedia musicale nel loro Duetto della Luna e con accenti passionali nel Quartetto di Gelosia.


Elisa Bonaparte. Nella sua residenza della Villa Reale di Marlia, a Lucca, si svolge tutto il secondo quadro, allorché le si accende un’irrefrenabile gelosia alla vista del nascente idillio tra Gioconda e Paganini. Il Quartetto di Gelosia, che consta di due soprani e due baritoni, è un ribollire di passioni attraversate dal Tango, in cui le due coppie Elisa/Paganini e Gioconda/Endimione sono dominate dai loro desideri: due di loro da un desiderio di possesso, gli altri due da un desiderio di libertà.


L’Uomo in Rosso. È l’unico personaggio che non canta né recita: si tratta un danzatore che balla su una musica jazz per quintetto (fisarmonica, flauto, violino, contrabbasso e percussioni) in tempo di 7/8. Il personaggio è un’apparizione che Napoleone Bonaparte avrebbe avuto in momenti particolari; a suo dire, fu un sacerdote egizio vestito di rosso da lui incontrato nelle viscere della Grande Piramide!


Napoleone Bonaparte. Napoleone, protagonista di tutto il terzo quadro, è un personaggio comico da operetta; è un tenore con tutte le caratteristiche esagerate generalmente attribuite ai tenori: l’egocentrismo, la ricerca dell’adulazione, il compiacimento di se stesso. La sua Ballata dell’Impero ce lo mostra con un mappamondo tra le mani (aperta citazione di Charlie Chaplin nel Grande Dittatore), circondato da cortigiani adoranti che gli ricordano che è un genio: “Dell’Europa sono il re, appartiene tutto a me…”. Quando incontra Gioconda il suo primo pensiero è quello di aggiungere la giovane all’elenco delle sue conquiste: lei gli oppone un secco rifiuto e lui la fa arrestare!


Il Pontefice Pio VII. Mettere in scena un Papa è stata la vera sfida di questa operetta. Non sai mai che cosa far cantare a un Pontefice: sembra che qualsiasi parola gli si metta in bocca, qualsiasi suono gli si metta in gola sarà accolto con diffidenza, sarà censurabile. Nella sua Aria, cantata in latino sul celebre salmo Super flumina babylonis, Pio VII evoca e combina due atmosfere normalmente molto distanti: il blues e il canto gregoriano. Il blues è la musica che più di altre mi ricorda la sofferenza di chi è stato strappato dalle sue radici, mentre il gregoriano è il linguaggio di elezione che un Papa di duecento anni fa avrà sicuramente avuto.



COME NASCE UN LIBRETTO
Di Monica Sanfilippo

“C’è una lastra di marmo a terra…” Tutto è partito da un ritrovamento, durante i lavori di costruzione del Teatro del Giardino Segreto, di proprietà dell’Associazione Culturale OperaExtravaganza a Vetralla (VT): si trattava di una lastra di marmo, semisepolta in un pollaio, che dopo un lavoro di pulizia ha portato alla luce un’iscrizione del 1808. L’iscrizione ricordava che il Pontefice Pio VII aveva ordinato la costruzione di un ponte nelle vicinanze.


Pio VII – 1808… la memoria corre immediatamente all’anno dopo, quando il Papa fu portato prigioniero in Francia per volere di Napoleone (o forse, chissà, per un ordine frainteso), passando quindi a pochi metri dal suo ponte, sull’antica Via Cassia. In più, di Napoleone ricorrevano nel 2021 i duecento anni dalla morte… La cosa si faceva intrigante.

Creando una storia… - La Storia, dunque, c’era già, ora andava creata la storia con la “s” minuscola, ovvero la trama. Per il libretto avevo a disposizione quattro personaggi storici: Pio VII (basso), Napoleone (tenore), Elisa Bonaparte (soprano), Niccolò Paganini (baritono); ad essi ho affiancato sette personaggi di fantasia: il Comandante Lafont (militare francese la cui credulità dà il via a tutta l’azione (attore/cantante) – Luigi (suo consigliere italiano, artefice dell’inganno) – I Quattro Commedianti, ossia Gioconda (la protagonista, rapita e portata a Napoleone – soprano), Endimione (lo spasimante di lei – baritono); Venere (soprano); Cupido (tenore); Il Fantasma in Rosso (apparizione di Napoleone – danzatore).


La Ruota Teatrale gira… Così, si è materializzata la vicenda di un malinteso, in seguito al quale Lafont, invece di un capolavoro di Leonardo Da Vinci, porta in Francia una bellissima donna, la Primadonna di una compagnia lirica. Nel suo viaggio verso nord, la bella Gioconda incontra a Lucca il leggendario virtuoso Niccolò Paganini, per poi essere presentata al cospetto dell’imperatore, ed infine essere rinchiusa nello stesso castello nel quale era prigioniero il Papa. 

Le due strade – Grande rilievo hanno le due strade storiche che passano nel territorio della Tuscia: la Via Cassia, dove certamente è passato Pio VII come prigioniero; la Via Francigena, percorrendo la quale si trovano le città di Lucca (dove aveva la corte Elisa Bonaparte alla Villa Reale di Marlia e dove si trovava Paganini) e Besançon, dove si svolgono gli ultimi due quadri.

Opéra Comique – Il tono dell’opera è per lo più leggero: la denominazione francese vuol dire che non rientra appieno né nella categoria dell’operetta, né in quella del musical. Anche in presenza di personaggi di tale importanza la protagonista resta Gioconda, e soprattutto il suo essere artista. Anzi, si può dire che la protagonista della nostra opera sia l’Arte, il suo essere in qualche modo immortale, e il suo uscire illesa da qualsiasi cataclisma della storia.


COSTUMI E SARTORIA
di Susanna Othonen

La filosofia di OperaExtravaganza è quella di creare costumi riciclando abiti e altri indumenti usati, nonché tessuti utilizzati come tende, copriletti, tovaglie ecc. L'utilizzo di vecchi tessuti e pizzi conferisce automaticamente ai costumi un senso di antichità.

Come creare i costumi per una nuova opera?
Parliamo di ‘Il Segreto della Gioconda’, opéra comique di Luigi De Filippi sul libretto di Monica Sanfilippo.

Da dove si parte?

Da sempre ci piace mettere in scena le opere in modo classico, seguendo lo stile dell’epoca in cui l’opera è ambientata.

Poi personaggi veri e importanti come Napoleone, sua sorella Elisa e il papa Pio VII…. Ovviamente si trovano tanti dipinti da cui prendere spunto.


Che cosa abbiamo qui in sartoria di OperaExtravaganza che può essere utile per la realizzazione? Apriamo scatole di stoffe, altre scatole con collane rotte e perle staccate che possono servire per abbellire un abito e i tanto amati bottoni che rendono l’abito militare regale. Una scoperta grande è un sari indiano lunghissimo che ha gli stessi colori del vestito più bello di Elisa Bacciocchi Bonaparte, basta prendere un modello di un abito con taglio sotto seno e maniche a palloncino tenendo in mente il periodo napoleonico. Questo modello poi andrà bene anche per il coro nel secondo atto quando fa la parte della corte di Napoleone, ma scegliamo anche una tavolozza di colori. Facendo un altro bel po' di disordine nella sartoria aprendo altre scatole di tende, copriletti e anche, perché no, vestiti usati da tagliuzzare per i dettagli. Anche i centrotavola di pizzo sono molto utili alla causa.


Divertente è poi scoprire le tende oscuranti blu scuro che sono perfette per le giacche di soldati e comandanti aggiungendo le spalline a frange. Meno male di frange ne abbiamo tantissime recuperate dei copriletti antichi.

Per la compagnia dei teatranti, che mettono su una commedia a sfondo mitologico, abbiamo oltre ai personaggi fantastici come Luna, Cupido, Venere e Endimione, anche i giocolieri; i costumi devono meravigliare sia il pubblico reale che quello in scena dell’operetta. Abbiamo il perfetto teatro nel teatro!


Il personaggio del Papa ci chiede serietà e di essere filologici nella ricerca del costume. La stoffa rossa si trova tra i tessuti ecclesiastici che abbiamo ricevuto in regalo un bel po' di tempo addietro e non sapevamo mai come usare. Il camice lungo viene realizzato da una bellissima tenda con delle bordature in oro. 

Il più difficile di tutta l’operazione dei costumi - in totale una quarantina tra cambi di abiti del coro (paesani e cortigiani) e il gruppo teatrante, che oltre ai loro ‘costumi di scena’ vestono altri abiti d’epoca di stile napoleonico - è il costume per il ballerino, il nostro ‘Uomo in Rosso’. L’atmosfera di scena è quella di una visione da incubo di Napoleone: il ballerino deve riempire la scena da solo, ma ovviamente l'utilizzo di stoffe lunghe intralciano il ballo. Forse un bel copricapo, allora! Ottima trovata e subito abbiamo realizzato una specie di turbante che nella prima prova si è rivelato un disastro perché volava via con il movimento brusco della testa. Per ora il body painting è la soluzione! 





CONTATTI 
OperaExtravaganza
Teatro del Giardino Segreto, Vetralla (VT) 
📞 Info e Prenotazioni: +39 3401458555 
🌐 operaextravaganza.com 



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