Camminando in Tuscia: una sorprendente serata musicale. Il commento di un Pellegrino sulla via Francigena.

Con gioia e un pizzico di sorpresa, riceviamo e pubblichiamo

Camminare sulla Via Francigena dispone all’osservazione di paesaggi, persone, angolazioni diverse. Arrivato a Vetralla, ho visto la pubblicità di un evento di OperaExtravaganza che ha stuzzicato la mia curiosità. Si trattava di due Intermezzi, uno ben conosciuto, La Serva Padrona, del ‘700, un altro in prima esecuzione assoluta: il titolo, Conosci te stesso (?), richiamava alla memoria i miei studi di filosofia; ma l’aggiunta di un punto interrogativo tra parentesi faceva chiaramente intendere che si trattava di un’opera buffa. Il sottotitolo diceva così: il battibecco tra Socrate e Santippe. Chissà cosa avrebbero fatto in scena…

Leggendo il curriculum dell’Associazione OperaExtravaganza, che ho scaricato sullo smartphone da un codice QR (finalmente un uso sensato della tecnologia – così si evita di sprecare carta), si viene informati che sono quasi vent’anni che questa Associazione opera nel campo della musica classica e specialmente della lirica. Guidata da un soprano finlandese, Susanna Ohtonen, per il quarto anno consecutivo presenta un nuovo titolo fresco di inchiostro.

Arrivato al Giardino Segreto ho avuto l’impressione di un bel posto, accogliente e amichevole – un luogo pieno di fiori, di alberi, una specie di Torre di Babele nella quale si parlano parecchie lingue, con molti non italiani che risiedono in questa parte di mondo e un gran numero di visitatori da ogni parte. Dopo la gustosa apericena tutto il pubblico è passato al teatro all’aperto a vedere lo spettacolo. Si è iniziato con la Serva Padrona e non è mancato nulla per godersela: costumi, belle voci, una regia movimentata. La scaltra Serpina raggira amorevolmente il suo padrone, facendolo innamorare e riuscendo a farsi sposare. Non è difficile capire subito come va a finire, ma è sempre bello vedere come un maestro come Pergolesi ti ci fa arrivare.

Al contrario, la curiosità era tutta per la trama del secondo pezzo, il “battibecco”; Santippe è divenuta proverbiale per essere stata decisa e manesca nelle sue rimostranze verso il marito. Come la librettista Monica Sanfilippo dice nella presentazione, c’è sempre un motivo per essere bisbetici. Vediamo come si sviluppa…

Inizia Socrate, che ci dice di essere un po’ affannato perché tutti lo assediano per chiedere la sua opinione; in aggiunta a questo deve anche sopportare il caratteraccio della moglie. Se non fosse per il suo dàimon che gli dà consiglio, lui farebbe una vita ben grama. Esce lui, entra lei: sinceramente innamorata del marito, vorrebbe essere un po’ più conciliante, ma Socrate ha il brutto vizio di dare retta a tutti meno che a sua moglie. Quando Santippe sta per cantare la sua accorata canzone, ecco la prima sorpresa: lei prende in mano un bandoneon e si accompagna! Il compositore, Luigi De Filippi, deve evidentemente amare molto gli anacronismi. Musicalmente l’atmosfera sonora si fa interessante.

Successivamente, con i due personaggi entrambi litigiosamente in scena, ecco un’altra sorpresa: entra il personaggio dell’androgino, un essere sferico che rappresenta, secondo il mito platonico, un essere originario con quattro braccia, quattro gambe, due volti, una testa. Interpretato da una danzatrice, esegue una danza vezzosa e interagisce con i due personaggi. La musica di questa piccola opera riesce a cambiare di continuo, con accelerazioni e rallentamenti: fa qualche citazione di opere antiche (tra cui una della cavatina di Figaro, dal Barbiere di Siviglia), fa un po’ di swing qui e là, si immalinconisce e torna poi a incalzare verso il finale. Trattandosi di un’opera buffa, ovviamente ha un lieto fine, con una danza finale e molti applausi del pubblico, sia agli interpreti che agli autori di musica, libretto e costumi.

Una serata decisamente sorprendente e assai diversa dai soliti prodotti di teatro musicale: particolarmente suggestivo il luogo, originale la musica, diversa la disposizione dell’ensemble degli strumenti, che, invece di essere diretto dal direttore d’orchestra ed essere collocato al centro, è stato collocato a lato della scena e ha interagito con teatrale energia con cantanti, mimo e ballerina.

E. R.



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