PERSONAGGI DE “LA LOCANDA DELL’OPERA”
14 agosto 2022 con OperaExtravaganza - Teatro del Giardino segreto
GERMONT
La Locanda dell’Opera è un Pasticcio,
denominazione settecentesca che descrive il riutilizzo di arie famose da varie
opere, tenute insieme da un nuovo libretto e formanti così un nuovo melodramma.
La caratteristica di un Pasticcio è, appunto, che risulta al tempo
stesso nuovo ma familiare, e, come nel nostro caso, alcune atmosfere che in
origine erano tragiche diventano invece decisamente comiche.
I personaggi della Locanda sono dei buffi “personaggi in cerca di Autore”, sospesi nello spazio-tempo, prigionieri di un incantesimo che li vuole destinati a ripetere sé stessi all’infinito. Caratterizzati dai loro costumi teatrali e dai loro contesti storici e geografici, si trovano – senza veramente trovarsi – in una locanda, accolti da un elusivo Locandiere e ivi convocati da un fantomatico impresario che desidera ingaggiarli per una nuova opera.
Felice Varesi, il primo Germont, 1853 |
Giorgio Germont – È il padre di Alfredo
ne La Traviata di Giuseppe Verdi.
Nell’originale –
Germont è l’emblema di una borghesia di ristrette vedute, che non riesce ad
accettare alcuna scelta di vita che sia al di fuori di un rigido e inflessibile
codice morale. Credendo di far bene, Germont si presenta a Violetta e
direttamente l’accusa di aver irretito Alfredo e di averlo trascinato nell’immoralità
di un rapporto di concubinaggio. In realtà, quello che lo preoccupa
maggiormente è il declino delle proprietà di famiglia, in assenza del figlio, e
soprattutto la minaccia che vada a monte il matrimonio della figlia, dato che
il promesso sposo non può tollerare un simile scandalo in famiglia. Incurante
del colpo ferale che sta infliggendo alla sventurata giovane, il vecchio non la
molla finché non ottiene da lei il giuramento di troncare la relazione con
Alfredo.
G. Verdi, prima Traviata, Teatro La Fenice di Venezia, 1853 |
Nella Locanda dell’Opera – nel nostro
parodistico Pasticcio il personaggio di Germont mette l’accento sulla
sua provenienza provinciale: sia il modo di abbigliarsi che il comportamento tradiscono
un uso di modi che sarebbero stati inaccettabili nell’alta società parigina. Nella
Locanda Germont decisamente non sopporta di vedere gente felice: appena
si accorge di qualche dimostrazione di entusiasmo stende immediatamente un velo
di mestizia sulla scena, e invoca il suo mantra: “Piangi, piangi…”
Geraldine Ferrar, in Violetta, La Traviata di G. Verdi, 1917 |
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