PERSONAGGI DE “LA LOCANDA DELL’OPERA”
14 agosto 2022 con OperaExtravaganza - Teatro del Giardino segreto
DON GIOVANNI
La Locanda dell’Opera è un Pasticcio,
denominazione settecentesca che descrive il riutilizzo di arie famose da varie
opere, tenute insieme da un nuovo libretto e formanti così un nuovo melodramma.
La caratteristica di un Pasticcio è, appunto, che risulta al tempo
stesso nuovo ma familiare, e, come nel nostro caso, alcune atmosfere che in
origine erano tragiche diventano invece decisamente comiche.
I personaggi della Locanda sono dei buffi “personaggi in cerca di Autore”, sospesi nello spazio-tempo, prigionieri di un incantesimo che li vuole destinati a ripetere sé stessi all’infinito. Caratterizzati dai loro costumi teatrali e dai loro contesti storici e geografici, si trovano – senza veramente trovarsi – in una locanda, accolti da un elusivo Locandiere e ivi convocati da un fantomatico impresario che desidera ingaggiarli per una nuova opera.
W.A. Mozart, Il Don Giovanni, manifesto della première a Vienna 1788 |
Don Giovanni – È Il Dissoluto Punito, protagonista di quella che è probabilmente la più grande opera lirica di tutti i tempi.
Nell’originale – Da Ponte e Mozart non fanno mistero del fatto che Don Giovanni è un eroe negativo, mettendolo subito al centro di due misfatti: l’intrusione nelle stanze private di Donna Anna per sedurla e l’omicidio del padre di lei, il Commendatore. Eppure, si nota che entrambi gli autori hanno una segreta ammirazione per questo libertino che sfida apertamente il Cielo e la terra per rivendicare il diritto dell’uomo a scegliere il proprio destino, anche a costo della dannazione. Per tutta l’opera Don Giovanni cerca avventure galanti (anche se occorre dire che non gliene va in porto alcuna), incurante delle conseguenze dei suoi atti.
A.E. Fragonard, Don Giovanni e la statua del Commendatore, 1830
Nella
Locanda dell’Opera – Il Don Giovanni della Locanda è un attempato signore
un po’ blasè, che, più per abitudine che per altro, fa il galante con le donne
e nota con disappunto che i suoi eleganti modi settecenteschi mal si combinano
con i toni più accesi dei secoli successivi. Entra in scena facendo mostra
della sua innata arroganza, per poi cantare la sua famosa Serenata a
Violetta Valéry, che gli risponde scettica: “Follie, follie!”
Monica Sanfilippo
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