È la volta di Cherubino, il paggio de Le Nozze di Figaro. Da Mozart al pastiche della Locanda dell'Opera
PERSONAGGI DE “LA LOCANDA DELL’OPERA”
14 agosto 2022 con OperaExtravaganza - Teatro del Giardino segreto
CHERUBINO
La Locanda dell’Opera è un Pasticcio,
denominazione settecentesca che descrive il riutilizzo di arie famose da varie
opere, tenute insieme da un nuovo libretto e formanti così un nuovo melodramma.
La caratteristica di un Pasticcio è, appunto, che risulta al tempo
stesso nuovo ma familiare e, come nel nostro caso, alcune atmosfere che in
origine erano tragiche diventano invece decisamente comiche.
I personaggi della Locanda sono dei buffi “personaggi in cerca di Autore”, sospesi nello spazio-tempo, prigionieri di un incantesimo che li vuole destinati a ripetere sé stessi all’infinito. Caratterizzati dai loro costumi teatrali e dai loro contesti storici e geografici, si trovano – senza veramente trovarsi – in una locanda, accolti da un elusivo Locandiere e ivi convocati da un fantomatico impresario che desidera ingaggiarli per una nuova opera.
Cherubino – È il Paggio di Nozze di Figaro
di Mozart. Si tratta di un ruolo en travesti, ossia un personaggio
maschile cantato da una donna.
Jacques-Emile Blanche, Il Cherubino di Mozart, 1903 ca.
Nell’originale – Cherubino
è un adolescente inquieto, turbato da ogni donna e destabilizzato dall’amore.
Da Ponte e Mozart riescono a dargli tratti piccanti, ma che non scadono mai nel
ridicolo: al contrario, nella sua agitazione il paggio è un formidabile motore
dell’azione della folle journée: canta solo due arie, ma è sempre
presente nell’azione, sia che canti sia che taccia, sia che si trovi in scena
sia che si trovi dietro le quinte. C’è chi ha ravvisato nel personaggio lo
stesso Mozart, che da fanciullo prodigio fu il trastullo delle più belle donne
d’Europa…
Emma Calvé in Cherubino ne Le nozze di Figaro
Nella Locanda dell’Opera – Le
amplificazioni del Pasticcio non risparmiano neanche il poetico Cherubino,
che, invece di essere un adolescente inquieto, è qui diventato uno sporcaccione
monomaniaco. È nello staff della locanda come domestico, e lo vediamo subito in
scena che sbircia un giornaletto osé, prima di chiedere la comprensione del
pubblico cantando “Voi che sapete”. Riappare più tardi, allorché, allungando le
mani sulle forme delle cantanti in scena, canta accorato “Non so più cosa son,
cosa faccio”.
Monica Sanfilippo
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