Le interviste improbabili di OE: due chiacchiere con Niccolò Paganini
Il nostro Intervistatore Improbabile continua la sua carrellata di testimonianze dei protagonisti dell'Opéra Comique, Il Segreto della Gioconda, che tra poco si farà conoscere al pubblico di OperaExtravaganza. Paganini riceve il curioso reporter in un caffè di Genova.
Niccolò Paganini |
Capriccio n°24 per violino solo |
_____________________________________
Le interviste improbabili di OE
Due chiacchiere (improbabili) con Niccolò Paganini Intervistatore Improbabile: “Iniziamo
dal Concerto della Campanella: è andata proprio così? L’idea del campanellino
gliel’ha data una ragazza?” Paganini: “Guardi…io sono sempre cauto
nel rispondere a domande dirette. Ci sono così tante cose inventate sul mio
conto, che ormai la mia risposta è questa: porta pubblico al teatro la
storiella della ragazza? Allora è vera. Lo fa scappare via? Allora è falsa.” I I: “Quindi lei è un affarista.” P: “Diciamo che so badare ai miei
affari. Odio sprecare soldi (del resto i genovesi sono famosi per la
parsimonia), e mi sembra sciocco non approfittare delle occasioni per moltiplicare
gli introiti.” I I: “Il suo segretario, Germi, che è
sempre al suo fianco, è anche il suo commercialista, vero?” P: “Proprio così. Anzi, visto che lei mi
sta abbastanza simpatico le rivelo un retroscena: è stato proprio Germi a
darmi l’idea della Campanella, altro che giovani fanciulle
gorgheggianti…(ride, forse perso in qualche reminiscenza). Germi stesso ha
suonato il campanellino alla première – è l’unico strumento che riesce a
suonare, quel bestione, ah ah…” I I: “Quindi tutte le storie fosche di un
suo patto con forze soprannaturali sono fesserie?” P: “Io l’unico patto l’ho fatto con me
stesso: essendo dotato dalla natura di qualità straordinarie (ha delle dita
lunghissime e snodate, fanno quasi impressione), da ragazzo mi sono giurato
che avrei fatto di tutto per avere il pubblico ai miei piedi…” I I: “E il pubblico risponde alla
grande; a dire il vero, le uniche note discordanti vengono da alcuni suoi
colleghi, che non considerano quello che fa lei propriamente artistico.” P: “Lei conosce la favola di Esopo?” I I: “La volpe e l’uva?” P: “Appunto…” I I: “Ma i suoi detrattori dicono che
fare l’imitazione degli animali di una fattoria in pubblico non è dignitoso…” P: “Poi, però, quando suono la musica di
Beethoven, nessuno pensa più agli animali…” I I: “Passiamo ai suoi divertissement
con gli amici fidati, nel quale novero mettiamo anche Rossini: nei periodi di
riposo dall’attività concertistica lei cessa di essere una star, un affarista,
un avaro, e diventa un uomo gioviale.” P: “Ecco, questa è una cosa della quale
mi fa piacere parlare. Gioachino è un amico, mi ricordo quando nel 1821 (…caspita,
sono già passati 200 anni…) a carnevale siamo andati in giro per Roma
fingendo di essere ciechi. Che buontempone…E comunque ho anche altri amici
meno famosi di Rossini, ma gente sincera, con la quale si può bere e mangiare
(e suonare l’amata chitarra) senza essere trattato da fenomeno da circo.” I I: “Un’ultima domanda, a proposito di
cibo: è vero che lei ha inventato un ricetta per gli agnolotti?” P: “Verissimo. Gliela descrivo: ci
vogliono due giorni…” I I: “Oh, mamma mia! Arrivederci…” P: “Ma dove va? …ci vogliono due giorni per
prepararla, non per descriverla…” |
Susanna Ohtonen e il rinnovato Teatro del Giardino Segreto |
Commenti
Posta un commento