Opera Extravaganza è un’associazione culturale ad indirizzo musicale e lirico formata dalla adesione di numerosi soci che ne sostengono con entusiasmo l’attività.
Con
questo post vogliamo mettere in evidenza la preziosa collaborazione di un
consigliere tra i più attivi, Paolo Pecorari.
Il
12 ottobre 2019, Paolo ha tenuto una relazione, frutto di una sua ricerca, su
una stele commemorativa, rinvenuta durante i lavori di ristrutturazione del
Giardino segreto di OperaExttravaganza, recante la volontà di Pio VII di
dotare la comunità vetrallese di un nuovo ponte e una nuova strada per facilitare
i viaggi e i commerci.
Lasciamo
la parola al nostro Socio (I parte).
Molti di voi si saranno accorti di questa stele che fa bella mostra di sé sulla parete dell’atrio del Teatro, ma forse non tutti si saranno soffermati a leggerla!
Per la cronaca, la stele, una bella lastra di marmo bianco di carrara, giaceva sotto alcuni centimetri di terra, proprio all’ingresso, vicino al muro di cinta ed è emersa durante i lavori di costruzione del nuovo teatro.
Poche occhiate e non è stato difficile capire che si trattava di qualcosa di davvero prezioso. Grazie all’aiuto di amici archeologi-latinisti, ecco la traduzione del testo:
PER LA SICUREZZA DEI VIANDANTI E LO SVILUPPO DEL COMMERCIO,
PIO VII, PONTEFICE MASSIMO, HA VOLUTO LA COSTRUZIONE DEL PONTE E DELLA STRADA NELL’ANNO 1808,
SOTTO LA DIREZIONE DI
GIROLAMO DELLA PORTA,
CARDINALE DI SANTA ROMANA CHIESA, PREFETTO DELLA CONGREGAZIONE DEL BUON GOVERNO,
E DI F.FALZACAPPA, SEGRETARIO. L’ORDINE E IL POPOLO DI VETRALLA
HA ELEVATO QUESTA STELE AL PRINCIPE MANUFICENTE
Il contenuto, il senso e la portata del testo sono davvero ricchi di interesse e importanza per Vetralla, per i personaggi coinvolti, per il periodo in esame, per la collocazione di Vetralla, fino ai risvolti più attuali della ubicazione della città sulla “rinascente” Via Francigena. Resti di pilastri del “Pontem” di cui alla stele sono ancora visibili, ancorché coperti da fitta vegetazione, nel fosso aldilà dell’ingresso del Teatro. Il messaggio che la Stele ci vuole inviare è il ringraziamento per la fine di un periodo di isolamento che Vetralla ha certamente vissuto, con l’augurio che il Ponte e la Via sostengano i suoi scambi commerciali e culturali.
PER LA SICUREZZA DEI VIANDANTI E LO SVILUPPO DEL COMMERCIO
Dobbiamo
immaginare le strade dell’ Ottocento già molto frequentate, certo da viandanti,
ma soprattutto da animali da traino, da sella e da carri e carrozze.
La
sicurezza dei viandanti e lo sviluppo del commercio era al centro delle
preoccupazioni delle amministrazioni locali: strade quindi sempre più sicure e
collegamenti sempre più importanti!
I carri, le diligenze e le carrozze “private” potevano contare anche su importanti “stazioni di posta”, su locande strategicamente posizionate sulle direttrici che portavano ai confini dello Stato Pontificio verso quelle “porte di accesso” che rispondevano al nome di Dogane! Dogane viandanti, merci e bestiame. Ed è facile immaginare l’importanza per un agglomerato di trovarsi proprio su quel percorso! E Vetralla non c’era !
Basti pensare che a Vetralla non c’era un ufficio postale e che la corrispondenza veniva recapitata da Viterbo una volta a settimana.
Quanto alla sicurezza dei viandanti, la costruzione di nuove strade permetteva di giungere alla meta prima del buio della notte, quando gli assalti alla diligenza si facevano certo più probabili!
Molti furono anche i pittori e gli incisori che illustrarono il Brigantaggio. Fra tali artisti, i più famosi furono Bartolomeo Pinelli e Horace Vernet.
HA VOLUTO LA COSTRUZIONE DEL PONTE E DELLA STRADA NELL’ANNO 1808
(quasi naturale per un pontefice costruire ponti !)
Ritratto di Jacques-Louis David |
Il luogo del ritrovamento della Stele invita a cercare ed immaginare di quale Pontem et Viam si tratti. La Stele, come detto, è stata rinvenuta proprio nella parte bassa dei bastioni nuovi di Vetralla, quelli che guardano ad ovest e cioè verso il mare in direzione di Tarquinia. La Via Cassia, per quanto ovvio, esisteva da tempo…ed era la via consolare che congiungeva Roma con Firenze e successivamente con la Via Aurelia. Ma per quanto riguarda Vetralla, la Via Cassia non l’attraversava, ma come sappiamo passava da Capranica verso il Fogliano, Foro Cassio, i Cimini e via su per Viterbo.
Secondo la Tabula Peutingeriana, (copia del XII-XIII secolo di un'antica carta romana che mostra le vie militari dell'Impero romano) le mansiones che la via Clodia incontrava nel suo percorso non menzionavano Vetralla. La nostra Viam, quindi è stata voluta per migliorare percorsi e per collegare siti e località ancora fuori dalle importanti direttrici militari e commerciali e tra queste, mi vien da pensare, sicuramente le località della Maremma “cornetana”. Le terre della costa non ancora bonificate interamente, erano sì fertili, ma avevano il problema delle paludi, quindi delle zanzare e della malaria. Chi vi andava cercava un po’ di lavoro, ma sapeva che lì avrebbe anche potuto trovare la morte. E questa consapevolezza era nella mente, nelle lacrime delle mogli che salutavano i mariti che partivano.
Tutti mi dicon mare..mma maremma
Ma a me mi sembra una maremma amara
L'uccello che ci va perde la penna
Io c'ho perduto una persona cara
Sia maledetta mare…mma maremma
Sia maledetta maremma e chi l'ama
Sempre mi trema 'l cor quando ci vai
Perché ho paura che non torni mai.
La bonifica della “Maremma Amara” si stava compiendo in quegli anni! È di quegli anni anche il completamento dell’acquedotto delle Arcatelle, quello che da Monte Romano scende al mare. Quindi un collegamento con Corneto che tra l’altro è proprio la città natale del nostro Giovanni Francesco Falzacappa!
[fine parte prima]
Paolo Pecorari
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