FIRENZE 1770 - UN INCONTRO DEL GIOVANE MOZART

Wolfgang Amadeus Mozart e Thomas Linley, due prodigi del '700

Mozart nel 1770
Wolfgang Amadeus Mozart non fu mai famoso per la tenerezza nei confronti dei suoi colleghi: ebbe ammirazione per pochi (forse per il solo Joseph Haydn), rispetto per alcuni, che egli reputava dei buoni professionisti, e disistima più o meno celata per tanti altri. Eppure, esattamente 250 anni fa, nella cornice incantevole di Firenze, Wolfgang strinse un’amicizia fraterna e inaspettata con un ragazzo prodigio della sua stessa età, il violinista inglese Thomas Linley. I due, lungi dal sentire gelosia reciproca, furono folgorati dalle loro affinità artistiche, e per tre giorni fu quasi impossibile staccarli l’uno dall’altro.

Thomas Linley the younger (1756 - 1778)

Thomas Linley junior fu, nella sua breve vita (1756 – 1778), uno dei più promettenti violinisti e compositori del suo tempo. Figlio di un altro Thomas Linley, compositore anch’egli, e fratello del soprano Elizabeth Linley, Thomas avrebbe forse potuto forse cambiare le sorti della musica inglese, se solo fosse vissuto più a lungo. Nato nello stesso anno di Mozart, Linley dimostrò un precoce talento e, dopo studi di composizione con William Boyce, nel 1768 si trasferì a Firenze, dove continuò i suoi studi con il famoso violinista Pietro Nardini. 


Leopold e Wolfgang Mozart erano partiti da Salisburgo a dicembre 1769. Con il suo spiccato senso degli affari, il padre/impresario aveva investito questa volta solo sull’ormai celebre figlio, lasciando a casa la figlia Nannerl, ormai diciottenne e non più nella categoria dei bambini prodigio (tre anni prima i due fratellini avevano fatto furore in tournée). Con le necessarie lettere di introduzione in tasca e un discreto numero di brani scritti dal piccolo genio sotto il braccio, si incamminò per l’Italia, iniziando da Verona, Mantova e Milano, dove ottenne per Wolfgang importanti commissioni per l’anno successivo, per poi proseguire verso sud. L’Italia di quegli anni era una fucina di talenti e un importante mercato per un giovane compositore emergente.

Il Metodo  Violino di Leopold Mozart (1756)














Il violinista e compositore Pietro Nardini (1722 - 1793)
Pietro Nardini, l’insegnante di Linley, era stato in gioventù il più brillante allievo del grande Giuseppe Tartini (che sarebbe scomparso in quello stesso 1770); dato che Wolfgang apprese il violino da suo padre Leopold, ottimo didatta e grande ammiratore di Tartini, possiamo immaginare che i due ragazzi avessero gusti musicali in comune. Nardini, una delle figure di spicco della scena artistica italiana, collega di quartetto di Luigi Boccherini e solista affermato, prese Tommasino (come era generalmente chiamato) sotto la sua ala protettrice, e suonò spesso in pubblico con il suo geniale protegé. Il talento di Linley fiorì nella società cosmopolita di Firenze, prima del suo ritorno in Inghilterra nel 1771, arricchito da un bagaglio di conoscenze tecniche e di stile musicale. Oltre a numerosi concerti e sonate per violino, la gran parte dei quali è andata perduta, Thomas Linley compose dei brani rimarchevoli: il salmo Let God Arise, la musica di scena per La Tempesta di Shakespeare, la maggior parte dell’opera The Duenna, scritta a quattro mani col padre, la Ode on the Spirits of Shakespeare, l’oratorio The Song of Moses e, pochi mesi prima della sua prematura scomparsa, il singspiel The Cady of Bagdad.

La Tempesta, di William Shakespeare
Torniamo all’incontro dei due quattordicenni nell’aprile 1770: Leopold Mozart ci descrive la scena:

“Questo ragazzo, che ha la stessa età e la stessa taglia di Wolfgang, è venuto a casa della famosa poetessa Corilla, dove ci trovavamo…I due ragazzi hanno suonato uno dopo l’altro per tutta la sera, abbracciandosi di continuo. Il giorno dopo l’inglesino, un ragazzino delizioso, si è fatto portare il violino nelle nostre stanze e ha suonato per ore, accompagnato da Wolfgang. Il giorno seguente, i due ragazzi hanno suonato ora l’uno ora l’altro tutto il pomeriggio, non come bambini, ma come uomini! Il piccolo Tommaso ci ha poi accompagnati a casa piangendo, poiché dovevamo partire il giorno seguente. Ma quando ha udito che non saremmo partiti prima del pomeriggio, ci è passato a trovare alle 9 del mattino, e ha dato a Wolfgang, oltre a innumerevoli abbracci, anche questa poesia, che la signora Corilla fu obbligata a scrivere per lui la sera prima. Poi ci ha accompagnati fino alle porte della città”.

Il sonetto composto da Corilla Olimpica, la famosa improvisatrice, ci restituisce l’intesa e l’affetto dei due giovani artisti.

Per la partenza del Sgr. Amadeo Wolfgango Mozart da Fiorente.

Da poi che il fato t’ha da me diviso
Io non so che seguirti col pensiero
Ed in pianto cangiai la gioja e il riso;
Ma in mezzo al pianto rivederti io spero.
Quella dolce armonia di Paradiso
Che a un’estasi d’amor mi aprì il sentiero
Mi risuona nel cuor, e d’improviso
Mi porta in Cielo a contemplare il vero.
Oh lieto giorno! Oh fortunato istante
In cui ti vidi e attonito ascoltai,
E della tua Virtù divenni amante.
Voglian gli Dei che dal tuo cuor giammai
Non mi diparta: Io ti amerò costante.
Emul di tua virtude ognor mi avrai.

In segno di sincera stima e affetto
Tommaso Linley
Maria Maddalena Morelli - "Corilla Olimpica" (1727 - 1800)
Il destino aspettava Thomas nell’agosto del 1778, mentre era ospite del Duca di Ancaster dopo la fine della stagione al Drury Lane Theatre; durante una gita in barca nel lago, Thomas cadde in acqua e annegò, a soli 22 anni. La sua morte gettò nel cordoglio i suoi amici e i suoi estimatori. Mozart fu tra quelli che pianse la perdita di un amico e di un collega di alto profilo: come ci informa il tenore Michael Kelly (il primo Don Ottavio de Le Nozze di Figaro) nelle sue Memorie, Mozart parlò di Linley “con grande affetto: diceva che Linley era un vero genio, e che se fosse vissuto più a lungo sarebbe divenuto una delle più grandi figure del mondo musicale”.

Thomas con sua sorella, il soprano Elisabeth Linley dipinti da Thomas Gainsborough nel 1768

Una testimonianza di questa ammirazione la troviamo in un omaggio di Mozart alla musica del suo amico: in una sonata per pianoforte e violino del 1778 egli cita, nota per nota, un procedimento di sovrapposizione ritmica particolarmente ardito, che Thomas Linley aveva introdotto in una sua sonata per violino di qualche anno prima. Un gesto raro da parte di uno dei più grandi e insondabili geni della storia della musica.  

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