“Lo conosco a quegli occhietti, furbi, ladri, malignetti…” La Serva padrona, prossimamente in scena con OperaExtravaganza

Prossimamente, al Teatro del Giardino Segreto, il 31 agosto 2019 ore 19.00 a Vetralla, andrà in scena l’intramontabile La Serva Padrona di Giovanni Battista Pergolesi accompagnata da Le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, una nuova produzione di OperaExtravaganza. Alcune note per anticipare l’evento.


La Serva Padrona venne rappresentata per la prima volta al Teatro San Bartolomeo di Napoli (1733) quale intermezzo di un’opera seria dello stesso compositore, il Prigionier superbo e fu subito un successo che fece il giro dei più importanti teatri europei dell’epoca, fino a scatenare, approdando a Parigi, la famosa “querelle des Buffons” della storia della musica. Oggi, concordando con la critica più recente, dopo ancora tre secoli, “Giovanni Battista Pergolesi continua ad appassionare e divertire con le sue creazioni. Le sue musiche non testimoniano solo una personalità creativa estremamente raffinata e complessa, ma ci restituiscono, tutt'intera, un'epoca e una società osservata e interpretata da tutti i punti di vista: la gestualità plebea e lo sberleffo del saltimbanco ma anche la tenera sentimentalità borghese della commedia musicale; lo sfarzo e l'aristocratica malinconia del dramma per musica tardo-barocco e metastasiano; la scatenata vitalità e la sottile schermaglia psicologica, nonché l'arguzia e la vis comica dei personaggi degli intermezzi” (C.Puttarelli, La Serva padrona, 2014).
E i personaggi qui sono solo tre: Uberto – basso; Serpina – soprano; Vespone, servo di Uberto - mimo. La storia semplice, è intrigante e divertente: Uberto, maturo scapolo tiranneggiato dalla giovane servetta Serpina assai riluttante ad obbedire ai suoi ordini, incarica il servo Vespone di cercargli una moglie così da non essere più soggetto ai capricci della ragazza. Serpina si ingelosisce e decide che l’unica soluzione è di divenire lei stessa la futura moglie del suo “padrone”. Escogita quindi un piano con Vespone e annuncia che anche lei andrà in moglie: il predestinato è un certo Capitan Tempesta (lo stesso Vespone travestito da Capitano). Uberto rimane sgomento e in cuor suo comprende di essere innamorato della ragazza. Presto il fantomatico Capitan Tempesta si presenta reclamando la dote di Serpina e minaccia Uberto che, in caso di rifiuto, dovrà sposare egli stesso la servetta. Uberto accetta con gioia la seconda soluzione e Serpina, che non desiderava altro, da Serva diventa finalmente Padrona.

Altro capolavoro settecentesco italiano, questa volta strumentale, Le Stagioni di Antonio Vivaldi. Appartenenti alla raccolta “Il cimento dell’armonia e dell’invenzione” (Opus VIII) pubblicata ad Amsterdam intorno al 1724, le Stagioni sono un grande esempio sia della forma concerto, che si consolida nella struttura in 3 tempi, Allegro – Adagio – Allegro,  con chiara distinzione tra ripieni e ritornelli affidati all’orchestra, e cantabili o episodi virtuosistici affidati al solista; sia di musica a soggetto o descrittiva, che trae spunto da elementi extramusicali, naturalistici in questo caso, da imitare attraverso l’elaborazione sonoro-strumentale. Vivaldi antepone ai tempi dei suoi concerti a programma alcuni versi significativi, che espongono e anticipano ciò che la musica farà ascoltare: La Primavera, salutata dai “festosetti augei”, mentre il “caprar” dorme con a fianco il fedele cane, e gli zampognari in festa, alterna trilli di violini e lamenti di viola; L’Estate, prima calda, poi tempestosa, ha un ritmo incalzante e vivace per il solista e orchestra; L’Autunno, la stagione della vendemmia e della caccia, ci trasporta su ritmi “ubriachi”, poi pacati, quasi “dormienti”, a vivaci inseguimenti; L’Inverno,  freddo e gelido, invita a fare attenzione perché sul ghiaccio si può scivolare, mentre la pioggia cade insistentemente attraverso i pizzicati degli archi che accompagnano l’amabile tema del Largo.

Monica Sanfilippo

Commenti